“Il fumetto è uno strumento estremamente efficace per raccontare storie complesse in maniera semplice”. Ce ne ha parlato il fumettista Lelio Bonaccorso, che ha incontrato i detenuti del carcere dell’Ucciardone di Palermo nell’ambito dell’iniziativa “Adotta uno scrittore”, il progetto del Salone internazionale del Libro di Torino sostenuto dall’Associazione delle Fondazioni di origini bancarie del Piemonte, in collaborazione con la Fondazione CON IL SUD.
Il confronto si è svolto a partire dal libro “Vento di libertà”, che racconta una parte della rivoluzione del Vespro siciliano, guidata da Dina e Clarenza. Le due donne hanno combattuto contro i soldati angioini la notte dell’8 agosto 1282, battendo da sole uno stuolo di soldati, salvando la città di Messina dal massacro.
“È importante raccontare questa storia perché per la prima volta in Europa un popolo si ribella a una superpotenza e vince – spiega Bonaccorso – È una storia importante anche perché parla di donne forti che non cercano di emulare gli uomini, ma restano madri e, nonostante le paure, affrontano la vita”.
Il fumettista racconta anche la difficoltà di disegnare protagonisti di vicende che si sono svolte oltre 800 anni fa. “Sono partito dai volti delle brigantesse siciliane – spiega Bonaccorso – delle donne che hanno affrontato la resistenza al regime nazista, delle donne che stanno combattendo oggi in Ucraina”.
Il fumetto, quindi, non è un genere rivolto solo a bambini e ragazzi, ma può diventare uno strumento per raccontare a persone di tutte le età temi importanti, come la libertà, la mafia, l’immigrazione, pensando ai libri dello stesso Bonaccorso, alcuni realizzati insieme a Marco Rizzo.
Servizio a cura di Rosa Cambara
Si ringrazia la direzione del carcere dell’Ucciardone per aver concesso l’utilizzo di alcune vignette disegnate dai detenuti nei laboratori con Lelio Bonaccorso