“Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno, di sognare di essere a Napoli”, diceva Lucio Dalla. E come dargli torto. Al Borgo Sant’Antonio Abate di Napoli, infatti, venerdì 28 febbraio 2025 si è tenuta la sfilata per il primo Carnevale sociale del quartiere sul tema: “porte e confini – aperture Vs chiusure – diritti e cura”.
Un’iniziativa realizzata grazie al progetto Criscito, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e cofinanziato da Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale. Il progetto “Criscito” continua a rafforzare i legami tra bambini e bambine, ragazzi e ragazze, famiglie, scuole e l’intero quartiere.
Il Carnevale è stato portato in strada dalla gente a conclusione dei laboratori artistici realizzati e coordinati dall’Associazione IF-ImparareFare, impegnata da anni sul territorio con progetti sociali riservati a bambini, ragazzi e famiglie. Colori, allegria, sotto un cielo in pendant con il mare. Per un giorno, le risate dei bambini si sono imposte con prepotenza sullo scroscio delle acque partenopee.
Un carnevale costruito dal basso, in modo autonomo e assolutamente indipendente, condiviso con le scuole e con il territorio (commercianti, famiglie, bambini e bambine); lo scopo era utilizzare la maschera come simbolo di trasformazione e cambiamento e, attraverso questo, auspicare alla “catarsi” del singolo e della comunità.
L’iniziativa è stata finalizzata a promuovere la cittadinanza attiva di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, e delle loro famiglie, a cui spesso la stessa viene negata. È stata un’esperienza collettiva che ha stimolato riflessioni su paure, desideri e sulla possibilità di rendere il quartiere un luogo più accogliente per tutti. Il primo Carnevale sociale del quartiere ha visto la presenza attiva dell’intera comunità e la collaborazione di più realtà su tutto il territorio. Le maschere e i carri, realizzati anche grazie ai materiali donati dagli abitanti e dai commercianti del mercato del quartiere, sono stati veicolo di espressione e creatività condivisa.
Gli abitanti, così facendo, si sono sentiti parte di qualcosa di più grande, a contatto con le loro radici: “La nostra è una città che ha un privilegio enorme, cioè che vive ancora la strada e quindi dobbiamo fare di tutto affinché la strada sia un posto educativo.”
A cura di Jacopo Francone
Grazie a Daria Esposito e Roberta Serre di IF-ImparareFare per le riprese e la collaborazione