Insegnare la bellezza come arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. Educare allo stupore per mostrare nuovi orizzonti alle donne e agli uomini di domani, perché non si insinui l’abitudine, ma rimangano vivi la curiosità e lo stupore. Perché l’educazione è sempre il riflesso di ciò che la società ha prodotto e di ciò che si desidera per le società a venire.
Questi, in sintesi, gli obiettivi del campus dedicato al linguaggio cinematografico a cura del progetto Sedici modi di dire ciao, promosso da Giffoni Experience e selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Dopo Terranova di Pollino e Giffoni Valle Piana, il terzo campus ha riunito a Eboli per 4 giorni circa 100 giovani tra gli 11 e i 17 anni, provenienti dalla Campania (Eboli e Giffoni Valle Piana), dalla Calabria (Cittanova), dalla Basilicata (Terranova di Pollino), dalla Sardegna (Nuoro) e dal Veneto (San Donà di Piave).
Dare vita a un’esperienza di confronto tra storie e punti di vista diversi è uno degli aspetti fondamentali del progetto, che punta ad avviare una narrazione che diventa anche laboratorio di linguaggio cinematografico e si concretizza nella scrittura di cortometraggi da realizzare nella prossima primavera.
Quattro giorni di scrittura, cinema, musica, condivisione, in cui i ragazzi hanno messo insieme racconti emozionanti e complessi fatti di aspirazioni, paure, dubbi e passioni. I giovani partecipanti si sono sperimentati in un piano di formazione digitale con laboratori e incontri finalizzati a sviluppare competenze linguistiche, artistiche ed espressive. Infine hanno messo a punto un processo di alfabetizzazione ai media e alle immagini in movimento, ricevendo gli strumenti per analizzare la grammatica cinematografica, dalla pianificazione delle inquadrature (storyboard) alla struttura del montaggio.
Non sono mancate attività dedicate a docenti e dirigenti scolastici con “Digital Prof”, che ha permesso di comprendere come costruire al meglio lezioni multimediali interattive, utilizzando anche strumenti familiari ai ragazzi come gli smartphone. Spazio anche ai genitori e alla comunità educante: “Parental Experience” ha dato l’opportunità agli adulti di seguire le attività dei più piccoli e di entrare in contatto con loro su terreni – quali quelli educativi e formativi – su cui spesso si registrano momenti di conflitto, grazie anche alla partecipazione di psicologi e mediatori.
Servizio a cura di Ortensia Ferrara
Si ringraziano Marco Cesaro, dell’Ente Autonomo Giffoni Experience, e Rosario Minervini, videomaker