L’idea è arrivata durante il primo lockdown della pandemia Covid 19, per poter dar sollievo alle persone affette da autismo o da altri problemi di natura psichiatrica, costrette a star rinchiuse in casa. La clausura forzata avrebbe fatto perdere loro la serenità e anche i passi compiuti a fatica, con le terapie e le relazioni one to one.
Un gruppo di volontari, educatori e cooperatori sociali ha allora pensato di mettere a disposizione gli spazi della Fattoria sociale Fuori di Zucca che ha sede nell’ex manicomio della Maddalena ad Aversa in provincia di Caserta e di elaborare un progetto che potesse tenere insieme l’aspetto sanitario, educativo, ludico e relazionale. È nato così il progetto de La Fattoria della Salute A.S.S. (Agricoltura Sociale Sanitaria) coordinato da Pasquale Gaudino, sostenuto da Fondazione CON IL SUD e promosso dalla cooperativa ‘Un Fiore per la vita’ in partenariato con il ‘Consorzio Nco’, ‘Terra Felix’, l’Asl, ‘La forza del Silenzio’, ‘Un Mondo Blu odv’ e ‘Omnia Onlus’.
L’obiettivo iniziale era coinvolgere 15 persone ma poi il numero è stato doppiato e con i campi estivi della Fattoria della Salute finanche triplicato, andando ben oltre le aspettative. In tre anni di attività e laboratori di agricoltura sociale con la creazione di 20 orti sociali affidati a pensionati ed ex contadini con l’impegno di attuare una coltivazione biologica ed in grado di intrecciare relazioni con i ragazzi e le ragazze destinatarie delle azioni progettuali, si sono registrati ottimi risultati.
Sono state coltivate piantine aromatiche e completati cicli brevi di semina e raccolto, cosicché il rapporto con la natura che in un primo momento poteva mettere a disagio alcuni ragazzi che neppure riuscivano a toccare l’erba è diventato veicolo sensoriale per sentire i profumi, la densità della terra, la piacevolezza del prato. Si sono realizzati gadget con materiale riciclato trasformando delle cannucce in lunghi steli di fiori o in fili di erba al vento mentre con la pasta si creavano farfalle colorate e con i rotoli di carta tronchi di alberi sempreverdi. La convivenza tra persone “abili” e “meno abili”, di età diverse, con storie diverse, spesso di sofferenza, abitualmente valutate sulla base delle loro competenze e dunque categorizzate e ritenute più o meno all’altezza, ha dato vita ad uno straordinario esperimento di inclusione sociale.
E allora il tutto non è un risultato raggiunto per caso se Luca, autistico non verbalizzante, riesce a seguire un laboratorio di agricoltura accompagnato dalla musica che sceglie Francesco, con problemi di disagio psichico, e da Francesca che gioisce piantando prezzemolo e rosmarino, mentre Mattia segue scrupolosamente il metodo della semina per assicurare un buon lavoro. Così come non si può parlare solo di una buona giornata, quando Alessandro, Luigi e Nicola riescono a servire il pranzo al ristorante Fattoria Fuori di Zucca. Tutto fa parte di un cambiamento in atto anche quando Giulia, Francesca e Maria Giovanna, superando i loro limiti, non esitano a lavorare con i colori e nemmeno quando Lorenzo, Amedeo, Gabriele, Mariagrazia, Francesco Pio riescono a conquistare ogni giorno nuovi spazi e competenze.
I giovani e gli adulti con sindrome dello spettro autistico anche a basso funzionamento o con disturbi generalizzati dello sviluppo, con disagio psichico e comorbilità psichiatrica, coinvolti dal progetto Fattoria della Salute da “utenti” si sono trasformati in protagonisti attivi, promuovendo e sollecitando le attività, sempre con la guida di una equipe di educatori, in prima linea Alexandra Corona e Mariarita Mottola.
Grazie alla Fattoria della Salute, le persone ora si riconoscono e contribuiscono con diversi livelli di coinvolgimento, a costruire un nuovo pezzo comunità.
Servizio di Tommaso Armati e Jacopo Francone
Si ringrazia Tina Cioffo, referente della comunicazione del progetto “La fattoria della salute” e Raffaella Galeone della cooperativa “Un fiore per la vita”