“Cos’è la Pace? Dove la si può trovare?” sono alcune delle domande che circa 90 tra bambini e adolescenti di Manfredonia (FG) si sono posti durante le attività di Teatro Diffuso, laboratorio teatrale e musicale gratuito ideato dalla compagnia teatrale Bottega degli Apocrifi, partner del progetto Crescincultura.
Le risposte a queste domande sono emerse durante lo spettacolo teatrale “Pace”, una riscrittura da Aristofane di Stefania Marrone e Cosimo Severo, con le musiche originali dal vivo di Fabio Trimigno – che è stato presentato il 28 e 29 luglio nella Nuova piazza di Comunità a Manfredonia.
Realizzato grazie alla collaborazione e al sostegno di Teatro Pubblico Pugliese, Ministero della Cultura e Regione Puglia, lo spettacolo ha aperto la rassegna “Mille di queste notti” organizzata con il Teatro Pubblico Pugliese in sinergia con il Comune di Manfredonia e inserita all’interno del cartellone estivo Manfredonia Festival.
«In questo tempo di guerra il testo “Pace”, scritto da un Aristofane poco più che ventenne, stanco della lunga guerra che devastava la sua città, arriva con forza esplosiva tra i nostri corpi e i nostri sguardi, e ci trascina con sé in un nuovo lavoro di comunità. Quel rito collettivo di teatralità diffusa, dove gli adolescenti e i bambini si fanno teatro vivo, assieme ai musicisti e agli attori della compagnia», spiega Cosimo Severo, regista dello spettacolo.
Dal 2013 la compagnia Bottega degli Apocrifi realizza laboratori di Teatro Diffuso, coinvolgendo da allora centinaia di ragazzi e bambini che si ritrovano “coro” di un teatro dirompente e generativo. Questa edizione di Teatro Diffuso, come le ultime tre, è stata realizzata all’interno del progetto Crescincultura, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, permettendo così di attivare, in contemporanea al laboratorio per adolescenti, anche uno dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni.
La messa in scena dello spettacolo diventa così un vero e proprio evento di comunità, in cui ciò che viene portato e rappresentato sul palco è stato interamente creato dal gruppo, che diventa coro, «coro inteso come un insieme di persone che hanno cura uno dell’altro, in cui nessuno viene escluso e tutti partecipano al lavoro della collettività» come spiega l’attore Giovanni Salvemini.
Servizio a cura di Ortensia Ferrara
Si ringraziano Stefania Marrone, responsabile comunicazione Crescincultura, e Danila Paradiso per le riprese