“Vi racconto la storia di un nostro beneficiario. Ė un ragazzo arrivato nel progetto L.In.F.A. a 15 anni, aveva commesso dei reati, non frequentava la scuola, viveva in una comunità. All’inizio era diffidente, ma svolgendo le attività, giorno dopo giorno, è riuscito ad avviare un percorso di auto-imprenditorialità”. Lo racconta Anna, assistente sociale del progetto L.In.F.A. (Lavoro, Inclusione, Formazione in Agricoltura), selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso a Mesagne dall’Associazione Acqua2O.
L.In.F.A. è un’iniziativa innovativa dedicata alla reintegrazione sociale dei minorenni autori di reato attraverso l’agricoltura. Il progetto, fondato sull’idea che il contatto con la natura e gli animali possa avere un forte impatto rieducativo e terapeutico, offre percorsi individualizzati attraverso attività dedicate alla gestione di un apiario e la cura dei cavalli. Con il supporto di una vasta rete di partner, tra cui associazioni, centri di formazione e comuni locali, il progetto sta creando opportunità lavorative concrete per i partecipanti, promuovendo al tempo stesso lo sviluppo personale e professionale. A Mesagne, i ragazzi coinvolti sono stati 30.
Il progetto è strutturato in diverse fasi, tra cui spiccano l’assessment iniziale per individuare le esigenze e le potenzialità dei minori, i corsi di formazione professionale in apicoltura e nella cura dei cavalli, fino ad arrivare a quello che al momento è il risultato più importante: la creazione di un’impresa sociale. La neocostituita cooperativa LINFA è infatti un elemento chiave nel progetto e rappresenta un modo per ridurre significativamente il tasso di recidiva, offrendo ai giovani non solo un’occupazione, ma anche un ruolo attivo nel loro percorso di reintegrazione. “Siamo riusciti a costituire una cooperativa di lavoro insieme ai ragazzi autori di reato, con cui cercheremo di portare avanti diverse attività: produzione di miele e derivati, produzione di attrezzature in legno e lavori per conto di terzi”, spiega Marcello Ostuni, responsabile dell’équipe multidisciplinare del progetto.
Grazie all’approccio basato sulla peer education e sull’imprenditorialità, i giovani coinvolti hanno acquisito non solo competenze lavorative, ma anche una maggiore consapevolezza di sé e un senso di appartenenza alla comunità. La testimonianza e l’esperienza diretta diventano strumenti potenti per stimolare il cambiamento, con i partecipanti che diventano esempi positivi per i nuovi ingressi e contribuiscono attivamente alla prevenzione della devianza giovanile. “La cosa più difficile che abbiamo riscontrato lavorando con ragazzi autori di reato è quella di far nascere in loro una motivazione tanto forte quanto quella che li ha portati a sbagliare – racconta Silvia Delle Grottaglie, educatrice del progetto – Grazie all’azione educativa, i ragazzi hanno preso coscienza delle loro capacità, delle quali non erano consapevoli. La fiducia nei loro confronti li ha aiutati a un riconoscimento della propria identità”.
I ragazzi coinvolti hanno acquisito non solo competenze lavorative, ma anche una nuova prospettiva di vita. L’esperienza del progetto L.In.F.A. dimostra l’importanza di approcci innovativi e inclusivi nella gestione della devianza giovanile, offrendo speranza e opportunità concrete per un futuro migliore.
Servizio a cura di Rosa Cambara
Grazie alla collaborazione di Gianluca Sciannameo, responsabile comunicazione del progetto L.In.F.A.
Alcune riprese sono state realizzate dall’agenzia IMMAGINA Photo Graphic Culture