C’è chi lascia indietro la propria casa per costruirne una nuova, chi completa un percorso interrotto a metà, chi non smette mai di voler imparare. Storie di vita comune che per caso si sono intrecciate e incontrate in una città, Palermo, che da più di un anno offre opportunità formative e professionali che mescolano tradizione e innovazione.
Lo fa con QuattroPuntoZero, la prima scuola che mira a recuperare in chiave innovativa le arti e i mestieri tradizionali a rischio scomparsa – in settori quali il recupero, l’artigianato e il giardinaggio – per portare nuova linfa vitale al tessuto socio-economico del capoluogo siciliano. Coinvolte finora circa 90 persone, in un percorso che ha portato all’attivazione anche di un contratto di apprendistato a tempo determinato e di un tirocinio.
Sostenuto da Fondazione con il Sud insieme a Fondazione Mon Soleil, Fondazione De Agostini, Enel Cuore Onlus, Associazione Luigia Tincani per la promozione della Cultura (Università LUMSA), Fondazione Palazzo Butera, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Sicilia, Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese, il progetto ha una durata triennale ma con l’ambizione di diventare un modello concreto in grado di produrre opportunità di lavoro e possibilità per l’avvio di nuove botteghe.
È proprio questo il sogno di Bashar e Sundus, artista lui e interior designer lei, scappati dall’Iraq ormai un anno fa, che godono dello status di rifugiati politici e hanno seguito il modulo di “Produzione e decorazione di pavimentazioni e rivestimenti in ceramica maiolica”, o di Vera, aspirante giardiniera d’arte grazie proprio a Quattropuntozero. Storie di nuovi inizi, quindi, come quella di Davide, falegname artigiano che ha scelto di mettersi in gioco e “rinnovare” il suo sapere per renderlo più competitivo grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.
Servizio a cura di Lara Esposito e Tommaso Armati
Grazie alla collaborazione di Claudia Rizzo, responsabile comunicazione del progetto QuattroPuntoZero