“Prima di arrivare ad Artemisia ho sempre avuto contratti brevi e intermittenti. Qui invece, dopo un anno di tirocinio formativo, sono stato assunto con regolare contratto di lavoro. Con questo Artemisia mi ha garantito una sicurezza economica, lavorativa e sociale”. È la testimonianza diretta di Dan, ragazzo giunto in Italia dall’Africa senza famiglia e ora responsabile di sala di Villa Artemisia.
Primo bene confiscato alla malavita a Bari, considerato anche il più grande del capoluogo pugliese, Villa Artemisia rappresenta un passo importante nella lotta alla criminalità organizzata, ma anche un esperimento del tutto inedito, volto a dimostrare che un simbolo dell’attività mafiosa può trasformarsi in un bene per la comunità.
Lì dove sorgeva un centro nevralgico per lo spaccio di stupefacenti, c’è uno spazio aperto alla comunità ma anche un bene che ospita neomaggiorenni italiani ed ex minori stranieri non accompagnati, che co-gestiscono spazi destinati ad attività di ristorazione, accoglienza turistico-alberghiera e programmazione culturale, su una superficie di circa 1500 mq tra immobili e terreni.
L’accoglienza, prevista per sei neomaggiorenni italiani e stranieri in condizione di vulnerabilità sociale, s’interseca con “Artemisia Academy”, un percorso di formazione di un anno, attraverso cui i beneficiari acquisiscono competenze nel settore HO.RE.CA (restaurant, B&B, cafè, cocktail bar), per l’inserimento lavorativo di ragazzi e ragazze.
“Il lavoro mi fa essere libera e indipendente” sottolinea Sara, che ha avviato un tirocinio formativo ad Artemisia. Il progetto, promosso dalla Cooperativa sociale CAPS con il sostegno della Fondazione Con il Sud, punta all’emancipazione di chi ha bisogno di dare una svolta alla propria vita creandosi una carriera e una formazione professionale, un percorso di autonomia sociale e abitativa per contrastare la povertà e la marginalità sociale, perché il lavoro, come sottolinea Dan, “è la chiave per navigare la società”.
Servizio a cura di Tommaso Armati e Lara Esposito
Si ringrazia per le immagini Anna Lisa Fioriello, referente di comunicazione del progetto Artemisia