“Spatriati” sono tutti i ragazzi che lasciano l’Italia per cercare lavoro all’estero, ma non solo. Secondo il dialetto di Martina Franca, cittadina pugliese in provincia di Taranto, gli “spatriati” sono gli irregolari, gli irrisolti, chi vaga senza una meta alla ricerca del proprio posto nel mondo. A questo significato fa riferimento lo scrittore Mario Desiati nel suo romanzo “Spatriati”, che ha vinto il Premio Strega nel 2022. Lo abbiamo intervistato in occasione di una lezione di scrittura creativa organizzata dalla Scuola del Libro di Roma alla libreria Tomo.
“Spatriati – ci ha spiegato – è un romanzo che racconta la storia di persone che non hanno un posto fisso nel mondo dove stare e neanche un posto fisso di lavoro, e questo in qualche modo cambia la loro esistenza, il modo di porsi nelle relazioni e negli affetti”.
Desiati racconta la storia della generazione “sradicata” di chi oggi ha quarant’anni e non ha avuto paura di cercare lontano da casa un lavoro e un posto in cui poter essere sé stessi, come Claudia e Francesco, i due protagonisti del libro, che lasciano la loro terra per abbandonare pregiudizi e convenzioni sociali che limitano la loro libertà di esprimersi.
In questo viaggio alla ricerca di sé stessi, i libri restano un costante punto di riferimento. “Penso che sia una fonte di grande arricchimento conoscere la letteratura e la lingua del posto in cui siamo cresciuti”, spiega Desiati, che ha dedicato la vittoria del Premio Strega agli scrittori della sua terra.
«Lascerò questa bottiglia intonsa. La berrò in Puglia, in ricordo degli scrittori della mia terra, a cominciare da Mariateresa Di Lascia, che lo vinse nel 1995 e non poté ritirarlo perché morì alcuni mesi prima. E vorrei aprirla vicino a dove è Alessandro Leogrande, che era un mio amico: l’avremmo bevuta insieme».
Servizio a cura di Rosa Cambara