Recuperare e valorizzare spazi urbani coinvolgendo gli abitanti del territorio, per generare nuove opportunità. Alcune esperienze di “comunità educante”, ovvero di reti composte da organizzazioni del terzo settore, scuole, istituzioni locali, famiglie e giovani, realizzate grazie ad un bando promosso da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, dimostrano che è un obiettivo possibile e generativo.
I referenti delle comunità educanti del Sud Italia si sono riunite a Napoli in un incontro promosso da Con i Bambini negli spazi di Casa G.L.O., un suggestivo bene confiscato alla camorra con affaccio sul Golfo trasformato in luogo in cui offrire alle famiglie e ai giovani una serie di servizi sociali e di opportunità.
La riappropriazione degli spazi e il coinvolgimento degli abitanti di un territorio per vivere questi luoghi in modo nuovo è un obiettivo comune a diversi progetti delle comunità educanti .
“Abbiamo deciso di rivitalizzare degli spazi urbani – racconta Francesca D’Onofrio, responsabile del progetto Momo, nell’area flegrea di Napoli – e di restituirli al territorio, abbellendoli e creando luoghi in cui le persone si possono riunire, incontrare e vivere il territorio in maniera diversa”. Le famiglie vulnerabili, infatti, tendono a sviluppare un rapporto conflittuale nei confronti del territorio: diventano diffidenti nei confronti delle istituzioni, tendono a isolarsi, non si sentono capaci di partecipare alla vita della comunità. Promuovere la partecipazione alle diverse attività che stimolano relazioni positive con il territorio, quindi, significa rivedere il loro posizionamento all’interno della comunità e innescare un cambiamento positivo.
La restituzione degli spazi alla comunità è al centro anche del progetto “La comunità del Ninfeo”, che sarà realizzato a Lecce all’interno di “Masseria Tagliatelle”, un bene culturale inutilizzato recentemente restituito alla cittadinanza grazie a una collaborazione pubblico-privato tra Comune di Lecce e Fondazione CON IL SUD che ha permesso un progetto più ampio di valorizzazione comunitaria. Il progetto contribuirà a restituire agli abitanti uno spazio che diventerà simbolo dell’attenzione riservata ai giovani dall’intera comunità educante, composta da amministrazione comunale, associazioni, famiglie, scuole e ragazzi stessi. “All’interno della Masseria – spiega Christel Antonazzo, responsabile del progetto – nascerà una biblioteca di comunità che sarà gestita dai giovani, insieme alle associazioni e alle famiglie, e questo contribuirà a rendere ancor di più questo bene uno spazio della città in cui sviluppare momenti di crescita collettiva”.
Sempre nel capoluogo salentino, il progetto “rEvolution T.I.M.E.” punta a rafforzare la comunità educante nata grazie all’attività sul territorio del Centro di Prima Accoglienza (CPA) – Centro Diurno Polifunzionale (CDP), che già da alcuni anni ha voluto condividere gli spazi presso l’ex Istituto di Pena per Minori di Lecce con altre realtà del Terzo settore, mettendo in comune le capacità e le competenze di tutti e indirizzandole verso l’obiettivo comune dell’accompagnamento educativo dei ragazzi più fragili. “A noi interessa soprattutto il recupero sociale dei ragazzi – spiega Pietro Sansò, responsabile del progetto – perché ci occupiamo di minori devianti”. “Ci siamo riappropriati di questi spazi – aggiunge Roberta Bianco, del progetto rEvolution T.I.M.E. – e siamo riusciti a renderli luoghi in cui i ragazzi possono trascorrere il tempo e svolgere attività interessanti”.
Servizio a cura di Rosa Cambara